Coltivazione sostenibile delle perle

Genisi La coltivazione sostenibile

La coltivazione delle perle, nonostante gli scarsi risultati dei primi tentativi, è un commercio ricco e prosperoso che frutta ogni anno ingenti somme di denaro e per questo motivo purtroppo il suo uso si è intensificato a dismisura, portando ad una coltura selvaggia e senza freni che ha già iniziato a compromette la crescita e la diffusione delle ostriche perlifere in alcune zone.

Per ovviare a questo sfruttamento senza freni e creare così un’oasi di libera prolificazione, nel 1994 la Tiffany & Co. Foundation insieme all’ Università del Vermont in collaborazione con il COBI hanno fondato il progetto Sustainable Pearls (Perle Sostenibili) per la coltura controllata e la conservazione della fauna marina nelle zone di coltivazione nell’Oceano Pacifico.

La situazione iniziale era terribile, con una fauna marina decimata, solamente 88 Pinctada mazatlantica e 54 Pteria Sterna, a causa della  rarità delle perle nere con una conseguente coltivazione più simile ad una depredazione.

Ma nel corso degli anni questo progetto ha iniziato a dare i suoi frutti grazie alle gabbie usate per la coltivazione, le quali  non solo proteggevano le ostriche presenti ma ne aumentavano anche riproduzione, diventando un potente mezzo di ripopolazione data la vicinanza le une con le altre, senza la quale la fecondazione avrebbe dato risultati molto scarsi a causa delle basse percentuali di crescita (solamente 10 ovuli su 1 milione maturano).

I dati raccolti negli ultimi anni segnalano però risultati positivi anche per la fauna marina locale, che in un concatenarsi di eventi positivi, come l’aumento di alghe incrostate alle gabbie e al conseguente aumento di invertebrati, hanno portato ad una progressiva rigenerazione e ripopolazione della zona di coltivazione.

Nonostante i continui tentativi di pesca abusiva in queste nuove riserve vergini ripopolate, il progetto continua abbracciando sempre più organizzazioni sparse in tutto il mondo per promuovere una coltivazione responsabile insieme a benefici ambientali e socio-economici davvero notevoli.

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