Le perle nella società

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I primi a scoprire l’eterea bellezza delle perle furono i popoli orientali, ben prima dell’Occidente europeo e anche dell’Egitto, usandole non solo per creare magnifici gioielli, ma anche per adornare vestiti, capelli e oggetti.

In seguito, quando fu conosciuta anche dai Greci nel periodo Ellenico, la sua popolarità si diffuse a macchia d’olio entrando molto in voga anche a Roma; data la rarità della sua forma più perfetta, la perla è diventata da subito sinonimo di lusso e ricchezza.

Oltre ad essere concepita come oggetto estremamente prezioso, la perla assume anche una connotazione simbolica soprattutto nella religione cristiana nella quale la perla, grazie ad un passo del Vangelo secondo S. Matteo, diventa sinonimo di purezza, verginità e perfezione.

Le richieste di perle sempre più perfette divenne sempre più alta, in netto contrasto con la disponibilità delle stesse, e i mercanti quindi si ritrovarono con moltissimi scarti di valore inferiore. Senza perdersi d’animo orafi e mercanti escogitarono modi particolari e originali per utilizzare quelle meraviglie imperfette a loro vantaggio, creando pezzi unici ed estrosi che incontrarono subito il gusto degli acquirenti.

Indossata da re e regine di tutte le epoche, come l’imperatrice Eugenia e Margherita di Savoia chiamata per questo la “regina delle perle“, questa meraviglia è l’unica “gemma naturale” che non ha bisogno di lavorazioni ulteriori, al contrario di diamanti e pietre preziose, per far risaltare tutta la sua bellezza naturale.

Dopo il grande successo della coltivazione perlifera messo in atto da Kokichi Mikimoto, il mondo delle perle si rivoluziona diventando accessibile a molte più persone; nonostante queste perle siano manovrate dall’uomo l’essenza del miracolo naturale rimane e la gioielleria le ingloba iniziando a creare ancora più capolavori.

E, come disse Paul Claudel, lo studioso che per primo provò il processo di creazione delle perle naturali, “L’umile mollusco muore, ma ciò che esso ha fatto senza rendersene conto, quest’essere straordinario che esso ha creato,
continua a vivere“.

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