L’isola che c’è – pearl safari a Palawan (I)

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Momenti indimenticabili vissuti con donne e uomini straordinari sull’isola che c’è.

L’isola di Palawan

…a Palawan il mese di febbraio è assolutamente perfetto per un “pearl safari” mi conferma Ana Marie ed io non posso che concordare con lei.
Ana è da sempre il mio riferimento nelle Filippine per la produzione delle magiche perle Gold ed è a lei che mi appoggerò per organizzare questo viaggio.

E’ deciso quindi, sarà febbraio il mese in cui accompagnerò l’area vendita di una nota azienda di gioielli che da qualche tempo mi chiede di poter visitare i luoghi dove tutto avviene. I luoghi dove l’uomo assieme alla natura crea il miracolo della nascita della perla.

Arriviamo all’aeroporto di Manila di prima mattina con un volo proveniente da Hong Kong dal quale prenderemo poi un piccolo aereo da 20 posti che ci porterà nella splendida isola di Palawan e più precisamente a Taytay.

Il bagaglio trasportabile non dovrà essere superiore ai 10 kg e quindi tutto il superfluo o comunque tutto ciò che non rientra tassativamente in quel peso sarà lasciato a terra per poi essere ritirato al rientro.

Più di qualcuno (me compreso ovviamente) sarà costretto lasciare a terra qualcosa ma d’altronde…sull’isola non serve davvero molto di più che qualche cambio di biancheria intima, shorts, ciabatte e qualche maglietta.

Dopo vari controlli e ricontrolli finalmente si può partire.

Atterriamo su una pista di terra battuta e lì troviamo un piccolo van che è venuto a prenderci per portarci poco distante all’imbarco per l’isolotto sul quale pernotteremo.

L’arrivo sulla piccola “Flower island” è solo l’inizio del sogno che tutti vorrebbero vivere quando si approda in un simile paradiso.

Ana Marie ancora una volta è riuscita a sorprendermi con un’organizzazione perfetta.

Verso le nostre sistemazioni

Scendiamo dal motoscafo e come benvenuto siamo accolti con una ghirlanda di fiori e rinfrescati con il succo di cocco appena tagliato servito nel suo stesso guscio.
Cosa ne dite? Un inizio davvero magico no?

Ci dividiamo in gruppi di tre o quattro persone e prendiamo posto nei bungalows.

L’impatto è subito da “wow”!!
Pensate…il lavabo del mio bagno non è nient’altro che una gigantesca Tridacna Gigas!! Un’idea strepitosa!
Madre natura pare l’abbia forgiata appositamente per quell’uso.

Ripongo il bagaglio e vado subito a testare il piacere di un bagno in un mare straordinariamente unico.

Le acque cristalline di Palawan

Di fatto in quell’area il mare lo è naturalmente ma a renderlo ancor più unico è senz’altro la cura quasi maniacale per l’ambiente che hanno i coltivatori delle magiche perle Gold.

La parola d’ordine è Natura ed è da lì infatti che tutto ha inizio.

La mattina successiva diamo il via al nostro “pearl safari” con una lezione tenuta della manager laureata in biologia marina responsabile del laboratorio per lo sviluppo e l’accrescimento delle ostriche la quale ci fa entrare subito nel vivo delle varie fasi della coltivazione.
Per capire e apprezzare ancor di più il valore delle perle è fondamentale sapere quanti e quali attenzioni tutti gli addetti al lavoro sono chiamati a rispondere quotidianamente e a volte purtroppo tutte queste attenzioni risulteranno comunque insufficienti perché in fine, che ci piaccia o no, c’è sempre il fattore natura che come per i contadini farà la grande differenza!

Questo è il motivo per cui si fa tutto il possibile per preservare l’ambiente! Solo così facendo si potranno creare le condizioni più favorevoli per ottenere una perla di qualità.

Dopo aver ascoltato con grande attenzione la biologa visitiamo assieme al presidente della coltivazione tutti gli altri reparti della struttura.

Si comincia con la visita al laboratorio dove si creano le “baby oyster” una sorta di nursery per ostriche perlifere dove i biologi fanno sì che questi delicati molluschi bi-valve si possano riprodurre.

Laboratorio Baby Oysters

Seguiamo la biologa ed il presidente ascoltando con grande ammirazione e rispetto ed in silenzio le loro interessantissime spiegazioni.

Il secondo passaggio avviene in esterno nell’area di prima crescita.
Qui ci viene illustrato come le piccole ostriche cresciute per qualche mese in laboratorio verranno sistemate in piccole e sicurissime gabbiette che saranno collocate in mare per un naturale accrescimento sino ad essere poi pronte per l’inseminazione.

Ci fermiamo poi per pranzare assieme a tutto lo staff il quale ci accoglie con grande affetto e disponibilità.

CONTINUA …

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