La mattina successiva non si fa che parlare della splendida serata organizzata in nostro onore e dell’impeccabile organizzazione che anche in questo caso si dimostra all’altezza dell’ospitalità che contraddistingue questo popolo.
Siamo tutti carichi di entusiasmo e ci accingiamo quindi ad affrontare un’altra emozionante giornata del nostro Pearl Safari. Ci distribuiamo a bordo di due veloci motoscafi e ci spingiamo verso uno delle basi galleggianti ancorate in mare aperto.
Lungo il percorso siamo assistiti dal capo delle operazioni il quale ci illustra alcuni aspetti fondamentali riguardanti l’accrescimento delle ostriche.
Sulla “zattera” ancorata in mare assistiamo a uno dei passaggi fondamentali descrittoci il primo giorno dalla biologa marina.
Si tratta della selezione della qualità e il controllo dell’accrescimento che determineranno se un’ostrica è delle dimensioni e della robustezza sufficienti per potere essere sottoposta all’inseminazione.
In questa fase s’effettuano anche controlli che daranno una indicazione del presunto colore “atteso” al momento del raccolto.
Siamo immagati dal magnetismo del nostro interlocutore che sfoggia tutta l‘autorevolezza che ci si aspetta abbia chi riveste un ruolo così importante.
Si fa ritorno alla base operativa da dove tutto parte e si organizza.
Sempre affiancati dall’instancabile Ana Marie e dal super boss Jaques veniamo introdotti in quello che potremmo definire il “dietro le quinte”.
Dietro il miracolo della nascita d’una perla c’è di fatto un gran lavoro di programmazione, preparazione e controllo. Fasi fondamentali a che tutto possa avvenire ma comprensibilmente non visibili a chi non ha la fortuna di poter vivere questo genere di esperienza che ci ha concesso di capire quanti e quali passaggi sono necessari per raggiungere il “magico” momento del raccolto.
Dalla preparazione e riparazione delle gomene e delle ceste dove le ostriche dovranno vivere il loro accrescimento pre e post intervento, alla manutenzione delle imbarcazioni e la gestione di tutti gli strumenti necessari in mare e a terra alla coltivazione, quali attrezzature subacquee, motori delle imbarcazioni e molte altre operazioni senza le quali la macchina s’incepperebbe irrimediabilmente.
Una coltivazione è anche e soprattutto questo!
Dietro ogni perla c’è sempre un importante lavoro di uomini e donne che hanno dedicato il loro amore e la loro dedizione a che tutto potesse dare il miglior risultato possibile.
Un’altra giornata intensa e carica di emozioni e non è ancora terminata!
Rientriamo sulla piccola isola dove alloggiamo, qualche attimo di relax per chi vuole fare un bagno nel mare incontaminato che ci circonda o un pò di abbronzatura da portarsi a casa e siamo pronti per l’ultimo ma importante evento prima di preparare il bagaglio per il rientro.
E’ il momento dell’esame.
Atteso e temuto da molti ma ovviamente necessario per testare se il nostro percorso sia stato produttivo.
Io ed Ana Marie abbiamo preventivamente stilato un test relativo a quanto abbiamo osservato nei giorni della nostra permanenza qui a Palawan ed ora è il momento dei nostri amici che tanto entusiasmo hanno dimostrato.
Tutti vogliono potersi fregiare dell’attestato che certifica la loro competenza e quindi l’impegno è massimo e la concentrazione altissima.
Al pari di quanto accade in ogni esame scolastico anche in questo caso c’è chi richiede qualche ultimo chiarimento prima di procedere.
E’ il momento della verifica.
Tutto benissimo e tutti bravissimi. I partecipanti hanno dimostrato la loro attenzione e quindi l’innamoramento per una gemma che è diventata nel loro cuore “la gemma”.
Festeggiamenti e brindisi di rito, emozione ancora altissima e tutti a nanna per l’ultima notte nell’isola che c’è.
Il mattino dopo siamo tutti pronti per il rientro alla quotidianità ma con un indelebile ricordo che accompagnerà tutti noi per il resto della nostra vita.
Mi sento di interpretare il pensiero di tutti quando dico questo perché con tutti anche a distanza di tempo non è possibile non rievocare quegli istanti unici e straordinari vissuti assieme.
Cosa ne dite, avete voglia di vivere anche voi un’esperienza simile nell’isola che c’è?