Il tema delle lacrime è spesso legato alla perla nelle credenze popolari: lo troviamo nei racconti cinesi e giapponesi che narrano le storie dei pescatori di perle morivano e delle loro fidanzate o spose che li piangevano.
Si pensava anche il mollusco contenuto all’interno della conchiglia morisse dopo aver generato la perla e che questa fosse la sua lacrima.
In Sicilia si credeva che nelle perle risiedessero le anime dei bambini morti senza battesimo.
La perla inoltre era l’unico ornamento consentito alle donne durante i periodi di lutto.
Per il suo colore e la sua lucentezza, nel mondo orientale e occidentale è associata alla luna, all’ elemento femminile. La sua sfericità e la sua lucentezza ne hanno fatto il simbolo della perfezione. In Cina e in India per la sua durezza e lucentezza era simbolo di immortalità. In Persia, la perla intatta era immagine della vergine e simboleggiava anche la modellazione primordiale della materia attraverso lo spirito.
Per i Greci era simbolo dell’amore, emblema di Afrodite, come lei figlia del mare.
Nel medioevo alcune popolazioni credevano che le conchiglie fossero fecondate dal fulmine e che le perle avessero il fulmine dentro di sè.
Altri popoli pensavano che fosse il tuono a fecondare le conchiglie.
Secondo la simbologia cattolica, citata da Giovanni Damasceno nel VII secolo d.C., “il fulmine divino è penetrato dentro la conchiglia più pura, Maria, e ne è nata una perla oltremodo preziosa, il Cristo”. Ma l’associazione conchiglia-madre, perla-bambino appartiene a tutte le culture.
Cos’e’ evidente in tutto questo? Certamente che la perla e’ la prima gemma di cui l’uomo s’e’ adornato e che le leggende sono e rimangono leggende e debbono essere prese come tali.
Infatti, se fosse vero come ancora qualcuno afferma che le perle “portano lacrima”, non esisterebbero aziende che hanno costruito su questo prodotto tutta la loro fortuna e di conseguenza non ci sarebbe la grande richiesta che aumenta oggi piu’ di sempre. Questa e’ di fatto l’unica verita’.