Grandi, rotonde, bianche e con un’opalescenza tutta particolare. Le perle dei Mari del Sud, o “australiane”, sono tra le perle più rare e grandi in circolazione, prodotte dalle ostriche perlifere più grandi al mondo, le Pinctada Maxima.
Durante il 1800, grazie alla scoperta di un letto di molluschi particolarmente prolifico, queste “regine delle perle” spopolarono in Europa, facendo dell’epoca Vittoriana il periodo di massima diffusione di queste perle naturali.
Agli inizi degli anni ’50 inizia la coltura di questa perla, altrimenti troppo rara da trovare in natura, in aree rigorosamente remote e non inquinate dalla mano dell’uomo così da ammortizzare il più possibile l’alta moria – in alcuni casi fino all’80% degli esemplari – di questi preziosi molluschi.
Le Pinctada Maxima sono molluschi incredibilmente grandi, i quali possono raggiungere un diametro di 30 cm ed un peso di 5.5 kg, e riescono a produrre perle superiori a tutti gli altri tipi coltivati, perle che possono andare da 8 mm fino al sorprendente diametro di 20 mm per gli esemplari sferici.
Queste colture negli anni si sono diffuse in tutto il sud est asiatico, dalla Birmania alla Malesia, Indonesia, fino ad arrivare alle coste nord occidentali dell’Australia, Filippine e Polinesia, luogo in cui sono nate le famosissime e pregiate perle nere di Tahiti grazie ad un particolare tipo di plancton di cui l’ostrica si ciba.