Genisi Saville Kent

 

Gli scienziati giapponesi, Nishikawa e Mise sono generalmente riconosciuti per aver scoperto le tecniche più diffuse per la coltivazione delle perle. C. Denis George fu un entusiasta di origini australiane che sfidò il credito dato ai giapponesi per tale scoperta. George sostiene che  Nishikawa e Mise vennero per la prima volta a contatto con una coltivazione di successo nell’Isola Thursday, sotto la guida di William Saville-Kent, un espatriato britannico che viveva in Australia.

saville-kent

Nel suo articolo “Ridimensionando il mito giapponese largamente diffuso: aspetti storici delle prime scoperte sulle tecniche di coltivazione delle perle” George conduce una campagna con lo scopo di ridare a William Saville-Kent il giusto  riconoscimento per essere stato il reale pioniere delle fondamentali tecniche di coltivazione. Usando come prove i testi a disposizione e la sua personale esperienza, George colloca il patrigno di Nishikawa e Mise in Australia, nell’isola Thursday.
Questo viaggio in Australia precede il deposito del brevetto di Nishikawa e Mise. Inoltre, George cita la tipica riluttanza giapponese a citare le ricerche di Saville-Kent nei testi, quale prova di falsità delle credenze costituite.
La prova che C.Denis George presenta in modo convincente è il fatto che Saville-Kent condivise la sua tecnica sull’uso di nucleo e frammento di tessuto con in due giapponesi, che tornarono in Giappone e riproposero tale tecnica applicandola ai molluschi Akoya, rivendicandola come loro.

I punti chiave della tesi di George sono:
Nishikawa sentì il bisogno di anticipare la data delle sue scoperte di otto anni per celare il fatto che probabilmente ottenne tali informazioni in Australia nel 1900.
George inoltre sottolinea l’improbabilità che i due scienziati giapponesi possano aver scoperto simultaneamente le tecnologie di coltivazione delle perle. Nota inoltre che persino tra giapponesi non c’è certezza su quale tra  i due pionieri, Nishikawa e Mise, sia colui che fattivamente fece la scoperta.
George ne deduce che tale incertezza possa essere indice del fatto che abbiano celato informazioni segrete “ottenute da qualcun’altro che fosse addentro alla coltivazione delle perle”.
Egli sostiene che i giapponesi abbiano rifiutato coscientemente i risultati ottenuti nella coltivazione di perle in Australia, prova del fatto che la paternità giapponese sia in realtà un falso mito.
George passò diversi anni nel tentativo di dare a Saville-Kent il giusto riconscimento. Scrisse numerosi trattati, istituì il William Saville-Kent Memorial Pearl Museum e diede addirittura alla sua imbarcazione  il nome del pioniere inglese.

 

 

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